venerdì 2 maggio 2008

Verdicchio Dorato Marche

Nome Latino: Vitis Vinifera L

Sinonimo: Doratelo, Verdicchio Gentile

Spontanea/Coltivata: Coltivata

Descrizione: Pianta: tralcio di medie dimensioni,color cannella,nodi non troppo distanti
vigore : medio
fioritura : maggio,giugno
maturazione: settembre,ottobre
raccolta: fine settembre
conservazione: uva da vino
resistente: iodio e altre muffe
sensibile: non rilevata
frutto: grappoli a chicchi radi
buccia: dura
colore: dorato,bronzeo
polpa: succosa,zuccherina,lievemente aromatica


Caratteristiche agronomiche, Vegeta bene nei terreni argillosi/sabbiosi,freschi e profondi,con una ricca dotazione di potassio. La sua esuberanza vegetativa è tenuta sotto controllo da energiche potature,al pari di altri Verdicchi.
gastronomiche e nutrizionali Il Verdicchio ha un retrogusto amaro più accentuato di quello del vitigno oggi più diffuso.




Cenno storico sulle abitudini In passato era anche detto Verdicchio doratelo. La caratteristica peculiare di quest’uva è quella di e tradizioni alimentari, essere,quand’è matura,di un bel colore marrone bruciato,bronzeo,dorato,quindi diverso dal colore
legame col territorio. Verdicchio descritto perla prima volta da Costanzo Felici di Piobbico.La vigna che ha più di 50 anni
si trova nel Comune di Serra S. Quirico.Era il Verdicchio tipico delle alberate,d’origine Etrusca,con la vite appoggiata all’olmo o all’acero campestre.Nonostante siano passati due millenni i vecchi sistemi non sono ancora usciti di scena.Per esempio il metodo dei Greci che puntavano alla qualità,ancora oggi adottato dai francesi.Il proprietari di questa vigna,trasforma oggi la sua uva in vino ottenendone uno dalle caratteristiche organolettiche molto più accentuate,di quelle del Verdicchio attuale.


Valorizzazione Uno studio su questo antico vitigno,uno dei pochi individuato nella Regione,viene sollecitato per dare
alle differenze di gusto una valenza biochimica che oggi è affidata solo agli organi di senso.Oggi
questo vitigno produce circa quaranta chili di uva,quando il Verdicchio dorato non supera i quindici/
venti chili.Dato il gusto forte dell’uva di questo vitigno sarebbe interessante valorizzarla anche per la
produzione di sapa e di agresto da destinare a piatti di alta gastronomia.

Sapa: Mosto cotto fatto bollire fino quando assume un adeguata consistenza.Per questo è particolarmente dolce come indica l’etimologia.Si usa per la preparazione di dolci,ma anche come condimento per la polenta.


Moscatello Nero
Nome scientifico: Vitis Vinifera L
Sinonimo: Uva Moscatella,Moscato nero
Ubicazione : Ostra Vetere, Morro d’Alba
Spontanea/coltivata: Coltivata

Descrizione: Pianta: tralcio robusto,rossastro con nodi non troppo vicini
vigore: medio
fioritura: maggio
maturazione: settembre
raccolta: settembre
conservazione:qualche mese appesa a grappoli
resistente: abbastanza all’umidità
sensibile: alla siccità
Frutto: grappoli e acini irregolari,di forma sferica,ricoperti di pruina
buccia: sottile e resistente
colore: rosso violaceo con venature più chiare
polpa: meno succosa della bianca,ma molto zuccherina e fortemente aromatica


Caratteristiche agronomiche, Favorisce le posizioni assolate e terreni calcarei argillosi.Nelle vecchie vigne non
Gastronomiche nutrizionali mancava mai questa varietà di uva,così come c’era sempre una piccola botticella
pronta ad accogliere il vino un po’ speciale da riservare alle ricorrenze.



Cenno storico sulle abitudini Di solito in zone collinare e pedemontane quest’uva finiva insieme alle altre uve nei
e tradizioni alimentari, tini,ma era referenza per le sue caratteristiche organolettiche,appesa in soffitta e con
legame col territorio sumata durante le feste natalizie.(per preparare dolci e come portafortuna).Non è
difficile immaginare il risultato finale di questi manufatti,visto il sapore particolare
dell’uva Moscatella nera.Con la nascita dell’industria agroalimentare la quale chiedeva
quantità costanti e gusti standardizzati questi vigneti vennero abbattuti per dar posto
soltanto ai migliori e redditizi, ed è così tutti quei vigneti che non rispondevano alla
logica di questo mercato non ebbero più ragione di esistere,per poi esplodere di nuovo
con il boom del tipico e tradizionale.


Valorizzazione Una possibile valorizzazione potrebbe essere quella di fornire,aumentando il valore
aggiunto uva di alto valore nutrizionale e gastronomico destinata all’alta cucina di
territorio,che prima o poi,se vorrà continuare a chiamarsi tale,dovrà pur disporre di
materia prima effettivamente del posto,invece di dar posto a prodotti che vengono da
da altre nazioni per non dire contnenti.



Moscatello Bianco



Nome scientifico: Vitis Vinifera L
Sinonimo: Moscatello Bianco
Ubicazione: Ostra Vetere, Serra S. Qurico
Spontanea/coltivata : Coltivata
Descrizione: Pianta:tralcio robusto,con nodi distanziati
vigore: medio alto
fioritura:maggio
maturazione: settembre
raccolta: settembre
conservazione:fino a febbraio
resistente: molte patologie
sensibile: alle piogge
Frutto: grappoli mediamente allungati,più o meno stretti in funzione degli acini
non maturi,di forma sferica quando non compressi a vicenda
buccia: tenera
colore: bianco dorato
polpa: succosa,molto dolce e aromatica



Caratteristiche agronomiche Come tutte le viti predilige i terreni calcarei argillosi,matura precocemente rispetto alle
gastronomiche e nutrizionali altre viti e dissecca quando viene meno il rapporto idrico.Di grande spessore aromatico
si usava nelle zone di Sassoferrato(An) insieme al Biancame,per fare il Vinsanto.
La longevità di queste piante ne ha favorito il recupero,spesso causale,grazie all’attaccamento
che i contadini più illuminati,hanno avuto con questa eredità lasciata dai lori vecchi.


Cenno storico sulle abitudini Vino rituale Marchigiano per eccellenza,riservato anticamente ai grandi avvenimenti della
e tradizioni alimentari vita,tristi come la morte o gioiosi come la nascita.Ha un colore dorato come i raggi del sole
legate al territorio che ha imprigionato durante la maturazione.Di mela,pera e pesca è il suo sapore,diciamo
una prelibata macedonia di frutta.



Biancame
Nome scientifico: Vitis Vinifera L
Sinonimo: Empibotte, Barucciano
Ubicazione: Cà Mazzocchi
Spontanea/coltivata: Coltivata
Descrizione: Pianta: Vite di grossa dimensione
vigore: alto
fioritura: primavera
maturazione: fine estate
raccolta: primi di ottobre
conservazione: fino a pasqua
resistente: diverse patologie
Frutto: grappolo grande e lungo
buccia: sottile e tenace
colore: dorato a maturazione
polpa: dolce e succosa


Caratteristiche agronomiche, Il suo habitat perfetto è il sole, i terreni calcarei, silicio-argillosi, asciutti e ben concimati.
gastronomiche e nutrizionali Si ottengono così delle produzioni molto dolci e poco acide.

Cenno storico sulle abitudini La chiamano ancora empibotte, quest’uva bianca, riservata, riservata come l’uva
e tradizioni alimentari, Moscatella al Vinsanto.Il nome già la dice lunga sull’uso dell’uva, che era quello di
legame col territorio riempire le botti quando,per motivi più vari,scarseggiavano le uve da vino.A occhi e
croce l’età del vitigno è superiore al mezzo secolo.Molto produttivo fa dei grappoli
molto grossi,che una volta essiccati diventano dolci e molto succosi.


Vite Vesperì

Nome scientifico: Vitis Vinifera L
Sinonimo: Non riscontrato
Uvicazione: Morro d’Alba
Spontanea/coltivata: Coltivata
Descrizione: Pianta: rustica
vigore: buono
fioritura: maggio
maturazione: settembre
raccolta: settembre
resistente: a diverse patologie
Frutto: grappolo piccolo con pochi acini
buccia: dura
colore: verde
polpa: piuttosto dura molto dolce


Caratteristiche agronomiche, Vite rustica con poche esigenze di coltivazione,resistente alle malattie e intaccabile da
gastronomiche e nutrizionali parassiti.La ricchezza di acidi organici,che con la maturazione,si trasformano in zuccheri
suggerisce di approfondire di più l’aspetto fitochimica.Dal momento che questa vite non è
mai stata oggetto di nessun miglioramento.


Cenno storico sulle abitudini Nel passato era il vitigno coltivato per dare gradazione alcolica al vino,sostituito in anni
e tradizioni alimentari recenti dal Biancame e dallaMalvasia.Api e vespe prendevano d’assalto i piccoli grappoli
legame col territorio dal chicco piccolo ma dolce come pochi altri.Il nome Vesperì gli fu affibiato proprio al
fatto di essere amata dalle Vespe.Al vino conferiva non solo una maggiore gradazione
alcolica ma anche note aromatiche,ben individuate da Enologi esperti.






Vincenzo Gagliardini tratto da: “I frutti ritrovati nella Marca d’Ancona” di Graziella Picchi

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