mercoledì 7 maggio 2008

Marche - Salamino di fico


Tra le Colline prossime al mare e lambite dal fiume Esino,nasce una specialità che era detta:”specialità della Nonna” il: Salamino di fichi.
E’ il dolce che racchiude l’essenza delle Marche, con due ingredienti che raccontano la storia contadina di questa Regione parliamo dell’Anice e la Sapa(mosto cotto concentrato).
Per preparare il Salamino di fichi, si utilizza una varietà di fichi di piccole dimensioni, dalla buccia fine, ma dura e l’interno del frutto rosso, questa varietà non cadono come gli altri dall’albero, quando maturano, ma si seccano da soli sulla pianta.
Una particolarità di questa specie e quella che, non assorbe acqua neanche, quando ci sono piogge persistenti.
Dolce caratteristico a base di fichi secchi, mandorle e noci macinate,impastate con la sapa e l’anice.L’impasto modellato a forma di salamino viene avvolto e legato in foglie di fico e se non consumato subito, viene posto in luogo fresco.
Nelle case di campagna i contadini, consumavano questa prelibatezza nei periodi invernali, in occasioni di feste o avvenimenti importanti.
Questo dolce, era accompagnato, con il Vino cotto: (Una preparazione casalinga che affonda le radici nella civiltà contadina.
Questo dolce elisir, come il salamino di fichi, era riservato per le grandi occasioni, come la mietitura, per le nozze e la nascita di un figlio maschio. Questo vino si ottiene da uve miste di diversa qualità.Il mosto è cotto in calderoni di rame su fuoco a legna fino a ridurlo non più il venti per cento della quantità iniziale.Durante la cottura questo è schiumato per eliminare tutte le impurità, infine si travasa ancora bollente in piccole botti dove si conserva per molti anni. Non è però permessa la vendita del Vino cotto).
Con gli anni il Salamino di fichi, aveva perso la sua notorietà in campo alimentare, forse a causa di nuovi sapori scoperti con le pasticcerie e forni.
Ma è impossibile, che un’Antica specialità, perda del tutto il suo vigore ed è così che oggi anche questo raffinato dolce contadino, è risuscitato.



Vincenzo Gagliardini

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